Secondo l’ultimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese , quattro italiani su dieci vanno a caccia di malattie da associare ai propri malesseri sul web. Non è nemmeno un caso che Google abbia deciso di correlare alla ricerca di una malattia una serie di informazioni aggiuntive: come sintomi, trattamenti e contagiosità a scopo informativo. L’epoca della salute 2.0 è già iniziata.
Anche i social media sono diventati negli ultimi anni strumenti di grande utilità nel mondo della sanità. In Italia, ovviamente, siamo lontani dai numeri americani ma, nel settore della sanità, i social media si stanno integrando con programmi di prevenzione e campagne comunicative che hanno l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su temi riguardanti la salute o per promuovere stili di vita corretti.
In Italia solo negli ultimi anni è stata largamente riscontrata l’utilità dei social nel comunicare salute. Questo perché Facebook e Twitter sono stati inizialmente visti soprattutto come strumenti legati ad aspetti ludici, usati dalle persone solo per svago o per gioco; l’idea errata che essi non fossero importanti fonti di informazione ha fatto sì che le motivazioni per entrare a farne parte risultassero molto “rallentate”.
Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, invece il Centro di Controllo e Prevenzioni Malattie usa costantemente i social media per comunicare la salute sui social media raggiungendo un pubblico fatto per la gran parte da giovani dato che, proprio loro, sono particolarmente oggetti a stili di vita non corretti. Bisognerebbe proprio concentrarsi su questo target di popolazione, visto che i social media sono gli strumenti prevalentemente usati dai giovani, programmi di promozione della salute costruiti per questi media otterrebbero maggiore coinvolgimento e partecipazione.
La Prof.ssa Clare Gerada del Royal College of General Practitioners, coautrice del “RCGP Social Media Highway Code” ha inoltre dichiarato che «L’uso dei social media può essere un metodo efficiente ed efficace per l’aggiornamento dei medici e un luogo di condivisione, di conoscenze mediche, di nuove scoperte scientifiche e per migliorare la qualità della cura del paziente».
I social media ci offrono oggi una nuova modalità di connessione con i pazienti: un ambiente virtuale rilassante e in grado di fornire informazioni pertinenti. Molti istituti di ricerca, organizzazioni no profit e ospedali d’oltreoceano hanno un account su social network quali: Twitter, Facebook e Google+, per creare reti social ed essere in contatto con i loro collegamenti.
Il bisogno emergente del mondo “health” di adoperare nella pratica professionale i social media per la condivisione di informazioni medico-scientifiche, e non solo, e può tramutarsi in una grande opportunità per il marketing.
Nel cuore della Silicon Valley Apple, Google, ma soprattutto Facebook stanno lavorando per lanciare servizi e applicazioni dedicate a un settore promettente come la salute. L’idea è quella di creare comunità virtuali di persone che soffrono della stessa malattia e che possano collegarsi a Facebook. Gli esperti stanno studiando anche una serie di App dedicate alla prevenzione, per migliorare la qualità di vita di molte persone.
Ovviamente comunicare la salute sui social media non implica un vero e proprio Ritorno sull’Investimento dato che la missione principale è quella di informare offrendo risposte alle domande dell’utenza.
Ma usare i social media per comunicare il mondo della salute e della sanità può essere davvero un mezzo semplice, rapido e soprattutto economico in grado di far veicolare il giusto messaggio al giusto pubblico. Ci si augura che in un futuro molto prossimo i social network vengano sempre più integrati nella prevenzione, nella promozione di stili di vita sani, ma anche nell’informazione riguardo a malattie e possano, grazie ai loro elementi di interattività, rappresentare un canale sempre più utilizzati per la comunicazione di salute.