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Come sempre anche in questo momento di forte incertezza in rete, ma non solo, si sono diffuse moltissime teorie sulla provenienza del Covid-19, molte delle quali richiamano a un qualche complotto segreto. La pandemia di coronavirus ha offerto a chi è sempre critico verso le informazioni ufficiali l’occasione perfetta per lanciarsi nel cospirazionismo più spinto, con risultati a volte quasi divertenti e a volte drammatici, che hanno compromesso l’avanzamento della ricerca scientifica o la gestione corretta del contagio.

La teoria del complotto più diffusa sul coronavirus, rilanciata anche dal presidente degli Stati Uniti e da diversi politici italiani tra cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni, è che il SARS-CoV-2 sarebbe stato prodotto artificialmente dall’Istituto di virologia di Wuhan, da cui sarebbe anche in qualche modo “scappato”.

Ma in rete ttroviamo anche una nuova teoria: Plandemic, che mette insieme una serie di strampalate teorie del complotto sul Coronavirus, molte con un importante seguito anche in Italia, in un disegno più ampio che fa riferimento finale ad un piano dei ricchi del mondo per spingere i cittadini a vaccinarsi. Il 7 maggio 2020 è stato caricato sulla piattaforma Archive.org un video lungo 26 minuti – sottotitolato in italiano – dal titolo «Plan Demic, Il Piano Globale Per Prendere Il Controllo Delle Nostre Vite, Liberta E Salute», un documentario complottista che sfrutta la pandemia Coronavirus per incentivare le teorie No Vax e distruggere, attraverso false informazioni, il lavoro svolto fino ad oggi per contenere il virus e i decessi che questo sta causando nel mondo.

All’interno del video ci sono una sequela di affermazioni senza alcun fondamento scientifico, dalla mascherine che non proteggono dal virus ma che, anzi, sono dannose, all’acqua del mare che contiene microbi guaritori. L’autrice del video si spinge anche a formulare l’ipotesi che il numero reale dei decessi sia molto più basso del dato ufficiale, il tutto ovviamente per una gigantesca macchinazione dei ‘ricchi’ per aumentare il controllo sulla popolazione.

In queste teoria, come in altre simili, è facile vedere come la narrazione si sia basata sul mettere in contrasto due realtà, un’entità potente ed una debole. Il racconto è presentato con un alone di cospirazione, una vicenda che i poteri forti cercano di occultare. All’interno di questa contrapposizione c’è già tutto. Paura e rabbia nei confronti dell’ingiustizia, compassione per la parte lesa, speranza di una rivalsa futura. La teoria del complotto è il tentativo di cercare una spiegazione onnicomprensiva a problemi della realtà che ci mettono in difficoltà, che ci danno preoccupazione. Anche se non esiste una definizione unica e condivisa, in generale le teorie cospirazioniste (o teorie del complotto) appaiono come un tentativo di spiegare un evento, non come frutto di attività̀ palesi svolte alla luce del sole, bensì̀ come risultato di un complotto segreto portato avanti da un gruppo di potenti individui o organizzazioni. Secondo Rob Brotherton, ricercatore in psicologia alla Columbia University e fondatore del sito conspiracypsychology.com «I complottisti prendono anomalie irrilevanti, insufficienti da sole a minare la spiegazione ufficiale, e le cuciono insieme in una narrazione coerente, trasformandole in segni di un’unica cospirazione». I complotti aiutano a cercare un’unica spiegazione per giustificare una serie di fatti che ci sembrano difficili da concepire all’interno dello schema mentale che ci siamo costruiti, confortando le nostre paure più profonde, i nostri desideri più nascosti e il nostro stesso modo di interpretare il mondo. Ad esempio: come è possibile che così tante persone debbano soffrire e morire senza che ci sia una cura? La scienza ci dice che la realtà è estremamente complessa e dunque le teorie del complotto diventano uno strumento che si adotta proprio perché non si riesce ad accettare che la realtà sia più complicata di quello che si pensa. 

Ogni notizia di grande rilievo è circondata da dicerie e propaganda, ma COVID-19 è “la tempesta perfetta per la diffusione di voci false e fake news“, commenta Walter Quattrociocchi, data scientist all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le persone trascorrono più tempo a casa e cercano in rete risposte a una situazione incerta e in rapido cambiamento.

“L’argomento è controverso, spaventoso, coinvolgente. Ed è davvero facile per chiunque trovare informazioni coerenti con le proprie credenze”, continua Quattrociocchi. L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha definito la situazione un’infodemia: “Una sovrabbondanza di informazioni – alcune accurate, altre no – che rendono difficile trovare fonti attendibili e una guida affidabile”.

In una crisi sanitaria globale le informazioni false non si limitano a fuorviare, ma potrebbero essere questione di vita o di morte se le persone cominciano ad assumere farmaci dall’efficacia non dimostrata, a ignorare le raccomandazioni per la salute pubblica o a rifiutare un vaccino contro il coronavirus, quando sarà disponibile.

Studiando le fonti e la diffusione delle informazioni false su COVID-19, i ricercatori sperano di capire da dove arrivano, come si sviluppano e magari anche come far sì che i fatti prevalgano sulle falsità. I ricercatori ammettono che la battaglia non si può vincere del tutto: non è possibile impedire alle persone di diffondere voci infondate. Ma, per dirla con il linguaggio dell’epidemiologia, si spera di trovare strategie efficaci per “appiattire la curva” dell’infodemia, in modo che la cattiva informazione non riesca a diffondersi così lontano e così velocemente.

Ma il contrasto più grande alle fake news sono i cittadini, siamo noi. La misura di contrasto più efficace consiste senza dubbio nel ripristinare gli unici presidi possibili per limitare la diffusione di falsità, di complottismi e di propaganda indiscriminata: il dubbio, il metodo e l’intelligenza. Sono queste le carte che dobbiamo giocare per uscire dal pantano in cui ci siamo infilati. Ed è una cosa che dobbiamo fare noi, ognuno di noi, che non possiamo più demandare alla prossima generazione. 

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